
Le più belle chiese di Verona: dal romanico al gotico
Lo splendore dell'architettura religiosa di Verona, dalla Basilica di San Zeno alla chiesa di Santa Anastasia, un viaggio nei secoli dal romanico al gotico.
Verona non è solamente la cornice romantica che tutti conoscono: la città infatti è uno scrigno prezioso di edifici sacri, capolavori di arte e di fede, come la Basilica di San Zeno Maggiore e la Chiesa di Santa Anastasia. Le due chiese sono fra i monumenti più straordinari del patrimonio architettonico e rappresentano l'eredità spirituale di Verona.
La maestosità del Romanico: la basilica di San Zeno Maggiore.
Considerata una degli esempi più spettacolari del romanico Italiano, la Basilica di San Zeno Maggiore è una visita da non perdere. Situata appena fuori dal centro storico, dove sorgeva l'omonima abbazia, la chiesa dedicata al Santo patrono di Verona mostra tutta la forza espressiva dell'arte romanica.
Gli elementi chiave della basilica sono sicuramente l'imponente facciata in pietra rosata locale, che racchiude in sé il rosone, noto come ruota della Fortuna. I I rilievi che decorano questa singolare opera del romanico raffigurano le vicissitudini dell'individuo, sottoposto al volere mutevole della fortuna, in una eloquente sintesi del tema sacro e profano.
Altro capolavoro della Basilica sono le Porte Bronzee, le più antiche del Nord Italia, che, con grande intensità, raccontano attraverso le immagini il Vecchio e il Nuovo Testamento.
L'interno è altrettanto scenografico, con il presbiterio soprelevato dove campeggia la grande Pala d'Altare di Andrea Mantegna (XV secolo), uno splendido capolavoro dell'arte italiana che segna l'inizio del Rinascimento a Verona.
L'eleganza del Gotico: la Chiesa di Santa Anastasia.
A differenza della Basilica di San Zeno, Santa Anastasia si trova nel cuore della città, quindi ci sposteremo lungo il fiume e poi attraverso Corso Porta Borsari fino alla caratteristica piazzetta.
Santa Anastasia è la chiesa più grande di Verona, un esempio monumentale di Gotico, costruita a partire dalla fine del XIII secolo dai Domenicani. E' un imponente edificio di mattoni, la facciata rimasta incompiuta non prelude lo splendore dell'interno, interamente affrescato e adornato da altari e cappelle. Il visitatore che si affaccia all'ingresso della chiesa rimane letteralmente a bocca aperta, per la ricchezza delle pitture parietali e per il mosaico del pavimento originale del XV secolo, con il ricorrere dei colori chiave, il bianco e il nero, emblema dei Domenicani, e il rosso, colore del sangue e della passione di Cristo.
Le dodici maestose colonne proiettano e dirigono lo sguardo verso l'altro, ad ammirare i racemi e i motivi vegetali che incorniciano i ritratti di Santi domenicani e padri della chiesa, posti idealmente ad accompagnare il fedele nel suo percorso verso l'altar maggiore.
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